13 novembre 2009

15 Novembre 2009

VIII Domenica di S. Luca – Ss. Guria, Samona e Abibo, martiri e confessori

TROPARI

Della Domenica: Katèlisas to Stavrò su ton thànaton; inèoxas to listì ton Paràdhison; ton Mirofòron ton thrìnon metèvales, ke ti sis Apostòlis kirìttin epètaxas: òti anèstis, Christè o Theòs, parèchon to kòsmo to mèga èleos.

Dei martiri: Ta thàvmata ton Aghìon su Martìron tìchos akatamàchiton imìn dhorisàmenos, Christè o Theòs, tes aftòn ikesìes, vulàs ethnòn dhiaskedhàson, tis vasilìas ta skìptra kratèoson, os mònos agathòs ke filànthropos.

Della titolare della Parrocchia: En ti ghennìsi tin parthenìan efìlaxas, en ti kimìsi ton kòsmon u katèlipes, Theotòke. Metèstis pros tin zoìn, Mìtir ipàrchusa tis zoìs ke tes presvìes tes ses litrumèni ek thanàtu tas psichàs imòn.

Kontàkion: O katharòtatos naòs tu Sotìros, i politìmitos pastàs ke Parthènos, to ieròn thisàvrisma tis dhòxis tu Thèu, sìmeron isàghete en to ìko Kirìu, tin chàrin sinisàgusa tin en Pnèvmati thìo: in animnùsin àngheli Theù; àfti ipàrchi skinì epurànios.

EPISTOLA (Ef. 2,14-22):

Fratelli, Cristo è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito. Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito.

VANGELO (Lc. 10,25-37):

In quel tempo un dottore della legge si avvicinò a Gesù per metterlo alla prova e disse: “Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?” Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”. E Gesù: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo?”. Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”. Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.

Commento al Vangelo:
Il tema del discepolato continua con un quesito posto da un dottore della legge che chiede a Gesù cosa debba fare per avere la vita eterna. La risposta di Gesù indica quale dovrebbe essere la condotta del vero discepolo. Le due direzioni dell’amore – a Dio e al prossimo – si toccano profondamente, ma non al punto da far scomparire la differenza. La misura dell’amore di Dio è la totalità, la misura dell’amore del prossimo è “come te stesso”. Anche nell’amore Dio resta Dio e il prossimo resta il prossimo. La scriba ha risposto bene perché si è riferito a un testo del Deuteronomio e a un testo del Levitico, ma il Dottore della legge desidera che il concetto di “prossimo” sia ulteriormente precisato perché vuole essere sicuro di ottenere la vita eterna. Nella parabola, un sacerdote e un levita, evitano di soccorrere il ferito, non tanto per durezza di cuore, quanto piuttosto per il desiderio di mantenere la propria purezza cultuale. Era infatti prescritto – ai sacerdoti che prestavano servizio al tempio – di mantenersi puri, e il sangue contaminava. Ma Gesù fa intendere che il culto non deve essere a scapito della carità e la purezza che Dio vuole è la purezza dal peccato, dall’ingiustizia, non dal sangue di un ferito. È chiaro che Gesù non intende negare il valore del culto e della preghiera, ma vuole semplicemente ricordare che occorre stare attenti che il culto non distragga dai doveri dell’amore e della giustizia. Come modello Gesù non prende un fariseo osservante ma un samaritano disprezzato. Nella parabola nulla è detto del ferito: non viene evidenziata la sua identità, ma il suo bisogno. Il “prossimo” è qualsiasi bisognoso che ci capita di incontrare, anche uno sconosciuto. Questa universalità della nozione di prossimo ha il suo fondamento nell’intero vangelo e cioè nell’universalità dell’amore di Dio. Il problema non è tanto quello di chiedersi chi sia il nostro prossimo, quanto piuttosto quello di farsi prossimo di chiunque si incontra sulla propria strada.

9a SETTIMANA DI SAN LUCA

16 – L – S. Matteo apostolo ed evangelista
INIZIA LA QUARESIMA DEL NATALE
1Cor. 4,9-16 Mt. 9,9-13

17 – M – S. Gregorio il taumaturgo, vescovo di Neocesarea
2Tes. 1,10b-2,2 Lc. 14,25-35

18 – M – Ss. Platone e Romano, martiri
2Tes. 2,1-12 Lc. 15,1-10

19 – G – S. Abdia profeta – S. Barlaam martire
2Tes. 2,13-3,5 Lc. 16,1-9

20 – V – S. Gregorio Decapolita – S. Proclo, arcivescovo di Costantinopoli
2Tes. 3,6-18 Lc. 16,15-18.17,1-4

21 – S – INGRESSO AL TEMPIO DELLA SS. MADRE DI DIO
Giornata Mondiale delle Claustrali
Eb. 9,1-7 Lc. 10,38-42.11,27-28

Nessun commento:

Posta un commento