27 febbraio 2010

28 FEBBRAIO 2010
II Domenica di Quaresima – S. Basilio il confessore, compagno di ascesi di Procopio il decapolita
TROPARI

Della Domenica: Anghelikè Dhinàmis epì to mnìma su, ke i filàssondes apenekròtisan; ke ìstato Marìa en to tàfo zitùsa to àchrandòn su sòma. Eskìlefsas ton Adhin mi pirasthìs ip’aftù, ipìndisas ti Parthèno, dhorùmenos tin zoìn. O anastàs ek ton nekròn, Kìrie, dhòxa si.

Della titolare della Parrocchia: En ti ghennìsi tin parthenìan efìlaxas, en ti kimìsi ton kòsmon u katèlipes, Theotòke. Metèstis pros tin zoìn, Mìtir ipàrchusa tis zoìs ke tes presvìes tes ses litrumèni ek thanàtu tas psichàs imòn.

Kontàkion: Ti ipermàcho stratigò ta nikitìria, os litrothìsa, ton dhinòn evcharistìria, anagràfo si i pòlis su, Theotòke. All’òs èchusa to kràtos aprosmàchiton, ek pandìon me kindhìnon eleftèroson, ìna kràzo si: Chère, Nimfi anìmfevte.

EPISTOLA
(Eb. 1,10-14.2,1-3)

Tu, Signore, da principio hai fondato la terra e opera delle tue mani sono i cieli. Essi periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito. Come un mantello li avvolgerai, come un abito e saranno cambiati; ma tu rimani lo stesso, e gli anni tuoi non avranno fine. A quale degli angeli poi ha mai detto: Siedi alla mia destra, finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi? Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza? Proprio per questo bisogna che ci applichiamo con maggiore impegno a quelle cose che abbiamo udito, per non andare fuori strada. Se, infatti, la parola trasmessa per mezzo degli angeli si è dimostrata salda, e ogni trasgressione e disobbedienza ha ricevuto giusta punizione, come potremo scampare noi se trascuriamo una salvezza così grande? Questa infatti, dopo essere stata promulgata all’inizio dal Signore, è stata confermata in mezzo a noi da quelli che l’avevano udita.

VANGELO (Mc. 2,1-12)

In quel tempo Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”. Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?”. Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”. Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”.

MEGALINARIO

Epì si chèri, kecharitomèni, pàsa i ktìsis, anghèlon to sìstima ke anthròpon to ghènos, ighiasmène naè ke paràdhise loghikè, parthenikòn kàvchima, ex is Theòs esarkòthi ke pedhìon ghègonen o pro eònon ipàrchon Thèos imòn. Tin gar sin mìtran thrònon epìise ke tin sin gastèra platitèran uranòn apirgàsato. Epì si chèri, kecharitomèni, pàsa i ktìsis. Dhoxa si.

MEGALINARIO DI SAN BASILIO IL GRANDE

Tòn uranonfàndora tu Christù, mìstin tu Dhèspotu tòn fostìra tòn fainòn tòn ek Kesarìas ke Kappadhòkon chòras, Vasìlion ton mègan, pàndes imnìsomen.

OPISTHAMVONOS

Benedetto sei Signore eccelso e gloriosissimo! Tu, o Buono, per la tua divina economia ci hai fatto arrivare a questo periodo dell’anno, all’inizio di questi santi giorni di raccoglimento: pertanto concedi a noi tuoi servi di ricavare dalle opere di giustificazione frutti soavi di virtù e costanza per la purificazione e per il rinnovamento delle anime e dei cuori, affinché durante il digiuno quaresimale possiamo combattere la multiforme azione del nemico. Tu sei infatti quel Dio che con il digiuno e l’ascesi hai tramutato gli uomini in Angeli; tu che hai dato a Mosè digiunante le leggi divine impresse nelle tavole: tu dunque, o Signore, guidaci al limite salutare della passione preziosa del tuo Cristo, affinché dal legno della sua Croce e trionfando del peccato siamo fatti degni della beata risurrezione, per le preghiere e le suppliche della tuttasanta immacolata Madre di Dio e semprevergine Maria e di tutti i tuoi Santi.

Commento al Vangelo:
"Vedendo la loro fede": la fede è il pre-requisito necessario per un miracolo ed è una richiesta essenziale nella predicazione di Gesù; non poteva, prima della risurrezione, aver significato un atto di fede in Cristo visto come una persona divina. Gli evangelisti, scrivendo in quanto credenti cristiani, tendono a colorare di significati una fede specificatamente cristiana.
"Egli bestemmia": una prefigurazione della condanna.
"Affinché voi sappiate": questo versetto è un commento redazionale cristiano al miracolo di Gesù, il "voi" non può essere riferito agli scribi. La parola qui è rivolta ai lettori cristiani ai quali viene raccontato il miracolo.
"Io ti dico alzati": la guarigione avvalora la sua asserzione di poter perdonare i peccati e simboleggia la salute spirituale del peccatore che ha ottenuto il perdono.
"Restarono stupiti": la gente, stupita, non riesce a vedere il miracolo come una testimonianza del potere di Gesù di perdonare i peccati.

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