31 luglio 2010

01 AGOSTO 2010
X Domenica di S. Matteo – Processione con i preziosi legni della croce preziosa e vivificante – Ss. 7 martiri Maccabei – S. Eleazaro – S. Solomone

TROPARI

Della Domenica: Tu lìthu sfraghisthèndos ipò tòn Iudhèon ke stratiotòn filassònton tòn achrandòn su sòma, anèstis triìmeros, Sotìr, dhorùmenos to kosmo tin zoìn; dhià tùto e dhinàmis tòn uranòn evòon si, Zoodhòta: Dhòxa ti anastàsi su, Christè; dhòxa ti vasilìa su; dhòxa tì ikonomìa su, mòne filànthrope.

Della Croce: Sòson, Kìrie, ton laòn su ke evlòghison tin klironomìan su; nìkas tis ierèvsi katà varvàron dhorùmenos, ke to son filàtton dhià tu Stavrù su polìtevma.

Della titolare della Parrocchia: En ti ghennìsi tin parthenìan efìlaxas, en ti kimìsi ton kòsmon u katèlipes, Theotòke. Metèstis pros tin zoìn, Mìtir ipàrchusa tis zoìs ke tes presvìes tes ses litrumèni ek thanàtu tas psichàs imòn.

Kontàkion: Tin en presvìes akìmiton Theotòkon ke prostasìes ametàtheton elpìdha, tàfos ke nèkrosis uk ekràtisen; os gar zoìs Mitèra pros tin zoìn metèstisen o mìtran ikìsas aipàrthenon.

EPISTOLA (1Cor. 4,9-16)

Fratelli, ritengo che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo diventati spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini. Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, voi forti; voi onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo schiaffeggiati, andiamo vagando di luogo in luogo, ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi. Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come figli miei carissimi. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il vangelo. Vi esorto dunque, fatevi miei imitatori!

VANGELO (Mt. 17,14-23)

In quel tempo si avvicinò a Gesù un uomo che, gettatosi in ginocchio, gli disse: “Signore, abbi pietà di mio figlio. Egli è epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e spesso anche nell’acqua; l’ho già portato dai tuoi discepoli, ma non hanno potuto guarirlo”. E Gesù rispose: “O generazione incredula e perversa! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatemelo qui”. E Gesù gli parlò minacciosamente, e il demonio usci da lui e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: “Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?”. Ed egli rispose: “Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile. Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno”. Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: “Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà”.

Commento al Vangelo:
I discepoli non riescono a liberare un uomo dal demonio per la loro “poca fede”. Essi, infatti, non hanno poteri personali, possono solamente far loro la potenza del Signore, e per questo occorre la fede. Ma non ne serve molta, ne basta poca purché autentica: è sufficiente averne quanto un granellino di senape per spostare anche le montagne.
Sembra una contraddizione: Gesù rimprovera i discepoli per la loro poca fede e poi dice che ne basta poca. Nel linguaggio evangelico “poca fede” non designa la quantità ma la qualità: la poca fede di chi non si fida dell’amore del Padre e cerca sicurezza nell’accumulo dei beni. La poca fede dei discepoli che sul mare in tempesta dubitano della potenza di Gesù, o ancora la poca fede di Pietro che uscito dalla barca, esita e si impaurisce. In tutti questi casi si tratta di una fede esitante, contraddittoria, dubbiosa.
Il tratto più caratteristico è lo sforzo di Gesù di concentrare l’attenzione dei discepoli sulla croce. Qui ne parla per la seconda volta, ribadendo gli stessi concetti della prima. Ma attorno a questo tema centrale, che fa da filo conduttore, ruotano altri insegnamenti più particolari, quasi tutti rivolti ai discepoli. Qui ne troviamo due: il primo è la necessità della fede; e l’altro un invito a non scandalizzare inutilmente.

11a SETTIMANA DI SAN MATTEO

2 – L – Traslazione delle reliquie del santo protomartire e arcidiacono Stefano
Atti 6,8-7,5a.47-60 Mt. 21,33-42

3 – M – Ss. Isacco, Dalmato e Fausto
2Cor. 2,14-3,3 Mt. 23,23-28

4 – M – Ss. 7 fanciulli di Efeso – S. Eudocia martire
2Cor. 3,4-11 Mt. 23,29-39

5 – G – S. Eusignio martire
1Pt. 1,1-2,10 Mt. 24,13-28

6 – V – COMMEMORAZIONE DELLA SANTA TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE E SALVATORE NOSTRO GESU’ CRISTO
2Pt. 1,10-19 Mt. 17,1-9

7 – S – S. Domezio martire
1Cor. 1,3-9 Mt. 19,3-12

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