19 luglio 2012




Nella memoria odierna di Santa Macrina desideriamo augurare alle nostre Suore Basiliane un lungo apostolato. Nel contempo desideriamo rievocare con gioia un articolo curato dall'indimenticabile Mons. E. Fortino pubblicato dall'Osservatore Romano il 25 Aprile 2009

Una congregazione Basiliana femminile in espansione


Scritto da Archimandrita Eleuterio F. Fortino

Quasi un secolo fa maturava nell'ambito della storica abbazia dei monaci basiliani di S. Maria
di Grottaferrata, nei pressi di Roma, una vocazione religiosa femminile, che orientata dai Padri
di S. Nilo di Rossano, prendeva forma come "Congregazione delle Suore Basiliane Figlie
di S. Macrina", oggi presente non soltanto nelle tre Circoscrizioni ecclesiastiche bizantine
in Italia, ma estesa in Albania, nella Kosova e nel Kerala in India. La Congregazione, si inserisce in una lunga tradizione, da una parte si riferisce a S. Basilio (330ca-379) animatore del monachesimo orientale e a sua sorella Santa Macrina, di cui la Congregazione ha assunto anche il nome, e dall'altra alla tradizione monastica italo-greca incarnata dall'antico monastero di Grottaferrata, fondato da s. Nilo di Rossano (1004), che le ha dato l'orientamento prossimo. Inoltre la Congregazione ha fatto la sua prima esperienza di vita nell'ambito della Chiesa italo-albanese di Sicilia, di Calabria e di Lucania.
Il 2 aprile 2009 il vescovo di Piana degli Albanesi, Mons. Sotir Ferrara, ha presieduto la
conclusione dell'inchiesta diocesana per il processo di canonizzazione della serva di Dio
Madre Macrina, fondatrice della Congregazione basiliana femminine. In Italia vi è una
permanente tradizione più che millenaria della presenza ecclesiale bizantina, dal tempo di
Giustiniano (secolo VI) in poi, rinvigorita nel secolo XVI dall'arrivo di una forte immigrazione
albanese proveniente dall'Epiro e dalla Morea. In questa tradizione aveva offerto un grande
contributo di cultura e di santità uno stuolo di monaci, ma non vi erano mai state operanti
comunità monastiche femminili. La Congregazione fondata da Madre Macrina (1893 - 1970) dà un contributo nuovo e significativo per una nuova vitalità nel nostro tempo.
La fondazione
Madre Macrina, al secolo Elena Rapparelli, è nata il 2 aprile 1893 proprio a Grottaferrata.
Essa è stata battezzata, come la sorella Agnese in seguito anch'essa religiosa con il nome di
Sr, Eumelia, nella parrocchia dell'abbazia dal noto ieromonaco p. Arsenio Pellegrini Le due
sorelle, accompagnate nella formazione catechetica e liturgica, dai monaci, sono state indirizzate verso la vita religiosa particolarmente da p. Nilo Borgia, originario di Piana degli Albanesi.
Egli ispirò e orientò la nascente comunità religiosa.
Il vescovo di Piana degli Albanesi informa che "Madre Macrina, sotto la guida di p. Nilo si convinse che era opportuno dar vita ad una nuova congregazione religiosa con lo scopo di promuovere, con la preghiera e con l'azione, l'unione dei popoli cristiani d'oriente con la Chiesa Cattolica". Tale progetto, custodito nel cuore e nella mente, fu poi accolto ed approvato da Papa Benedetto XV e solo nel 1921 poté essere avviato a realizzazione. Infatti il 2 luglio di quell'anno, con l'approvazione e la benedizione dell'Assessore della Congregazione per la Chiesa Orientale, Mons. Isaia Papadopoulos, le due sorelle partirono per Mezzoiuso, in provincia di  Palermo, comunità di tradizione bizantina, nella giurisdizione dell'arcidiocesi di Palermo.. Ancora non esisteva l'eparchia di Piana degli Albanesi, creata nel 1937.
A Mezzoiuso i monaci basiliani di Grottaferrata avevano ripristinato l'antico monastero di S. Maria delle Grazie. La nascente comunità è stata bene accolta dall'arcivescovo di Palermo il cardinale Lualdi. E' stato proprio questi ad indicare il nome che avrebbe assunto la nuova Congregazione: "Suore Brasiliane figlie di S. Macrina". Egli stesso ne nominò responsabile Madre Macrina. Oltre che dai monaci basiliani le giovani avviate alla vita religiosa sono state aiutate e sostenute spiritualmente da D. Luigi Orione e da p. Antonio Delpouch dei Padri Bianchi, l'approvazione canonica quale istituzione di diritto diocesano e il 30 luglio si aveva la professione religiosa di Madre Macrina e di otto consorelle.
In seguito il Card. Luigi Lavitrano decretò come casa di noviziato quella di Mezzoiuso.
In Albania
La comunità conobbe un progressivo incremento. Negli anni 1939 -1946 sono state aperte
due case in Albania (Argirocastro e Fier), aiutate dai monaci basiliani, presenti in Albania, poi
chiuse con l'avvento del regime comunista. Nel dopoguerra nuove case sono state aperte in
Sicilia, in Calabria, in Lucania, nel Lazio. Negli anni 90 le basiliane ritornarono nuovamente in
Albania e in seguito si portarono anche nella Kosova e in India. Oggi la Congregazione ha un
consistente numero di giovani suore di cui molte hanno conseguito diplomi in Istituti di scienze religiose superiori.
Scopo ecumenico
Il 10 giugno del 1972 Il Santo Padre Paolo VI, con lettera del Card. De Fustemberg, Prefetto
della Congregazione per le Chiese Orientali, approvava le Costituzioni aggiornate alla luce del
Concilio Vaticano II e dichiarava la Congregazione quale istituto di diritto pontificio.
Le Costituzioni descrivono così la natura della Congregazione: "E' una istituzione di
diritto pontificio appartenente alla Chiesa bizantina italo-greca. Essa, ispirandosi alla dottrina
ascetica e alla tradizione spirituale dei Santi Padri orientali, si propone la gloria di Dio
attraverso la sequela di Cristo, maestro ed esempio di santità". All'art.3 si precisa:
"La Congregazione, fedele alla volontà della Madre fondatrice e condividendo la missione
della Chiesa, si inserisce nell'azione ecumenica che, sotto l'azione dello Spirito Paraclito e
attraverso la conversione del cuore, tende a diffondere la carità di Cristo tra gli uomini, a
promuovere ed incrementare il dialogo e la fraterna concordia per realizzare la comunione
nella perfetta unità, voluta da Cristo affinché tutti siano una cosa sola affinché il mondo creda.
La Congregazione si sente nel vincolo della carità, unita ai fratelli cristiani d'oriente, con i quali
ha in comune la fede e la ricchezza del patrimonio spirituale: liturgico, patristico, innografico e
iconografico".
La Congregazione naturalmente è pronta a svolgere il lavoro apostolico di testimonianza, di
evangelizzazione, di promozione umana in tutta la Chiesa dove potrebbe essere chiamata. Si
propone di fare questo "in collaborazione con le comunità ecclesiali e gli istituti religiosi
cattolici e non cattolici, soprattutto dell'Oriente cristiano e di lingua albanese".
Da questi dati costituzionali emerge la fonte di ispirazione di questa nuova comunità religiosa
particolare bizantina e femminile. Nell'Ufficio bizantino celebrato quotidianamente, negli scritti
dei Padri e in particolare nelle Regole di S. Basilio, tanto in quelle "fusius tractatae"
quanto in quelle "brevius tractatae", la Congregazione trova la guida sicura.
Causa di beatificazione della fondatrice
L'avviato processo di canonizzazione della fondatrice, ora che è conclusa la fase diocesana
ed l'intera documentazione raccolta è stata trasmessa a Roma, darà l'occasione per
approfondire il carisma proprio della Congregazione e per riflettere sulle vie di santificazione e
di testimonianza nel prossimo futuro.


Con Sentimenti di affetto la Comunità Parrocchiale della Kimisis di Palazzo Adriano















Nessun commento:

Posta un commento