1 dicembre 2012

02 DICEMBRE 2012 – XIV Domenica di S. Luca – S. Abacuc profeta



TROPARI

Ote katìlthes pros ton thànaton, i zoì athànatos, tòte ton àdhin enèkrosas ti astrapì tis Theòtitos; òte dhe ke tus tethneòtas ek ton katachtonìon anèstisas, pàse e dhinàmis ton epuranìon ekràvgazon: Zoodhòta Christè, o Theòs imòn, dhòxa si.
Quando discendesti nella morte, o vita immortale, allora mettesti a morte l’ade con la folgore della tua divinità; e quando risuscitasti i morti dalle regioni sotterranee, tutte le schiere delle regioni celesti gridavano: O Cristo datore di vita, Dio nostro, gloria a te.

En ti ghennìsi tin parthenìan efìlaxas, en ti kimìsi ton kòsmon u katèlipes, Theotòke. Metèstis pros tin zoìn, Mìtir ipàrchusa tis zoìs ke tes presvìes tes ses litrumèni ek thanàtu tas psichàs imòn.
Nel parto, hai conservato la verginità, con la tua dormizione non hai abbandonato il mondo, o Madre di Dio. Sei passata alla vita, tu che sei Madre della vita e che con la tua intercessione riscatti dalla morte le anime nostre.

I Parthènos sìmeron ton proeònion Lògon en spileò èrchete apotekìn aporrìtos; Chòreve i ikumèni, akutisthìsa dhòxason metà Anghèlon ke ton Pimènon vulithènda epofthìne Pedhìon nèon, ton proèonon Thèon.
Oggi la Vergine viene nella grotta per partorire ineffabilmente il Verbo che è prima dei secoli. Danza, terra tutta, che sei stata resa capace di udire questo; glorifica con gli angeli e i pastori il Dio che è prima dei secoli, che ha voluto mostrarsi come bimbo appena nato.

EPISTOLA

Mia forza e mio vanto è il Signore, egli è divenuto la mia salvezza.
Il Signore mi ha provato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte.

Lettura dalla Lettera di S. Paolo Apostolo agli Efesini (6,10-17)

Fratelli, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati dal maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio.

Ti ascolti il Signore nel giorno della prova, ti protegga il nome del Dio di Giacobbe.

O Signore, salva il tuo re, ed ascoltaci nel giorno in cui t’invocheremo.

VANGELO (Lc. 18,35-43)

In quel tempo, mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: “Passa Gesù il Nazareno!”. Allora incominciò a gridare: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: “Che vuoi che io faccia per te?”. Egli rispose: “Signore, che io riabbia la vista”. E Gesù gli disse: “Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato”. Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.

MEGALINARIO

Megàlinon, psichì mu, tin timiotèran ke endhoxotèran ton àno Stratevmàton. Mistìrion xènon orò ke paràdhoxon: uranòn to spìleon; thrònon cheruvikòn tin Parthènon; tin  fàtnin chorìon  en o aneklìthi o achòritos Christòs o Thèos; on animnùndes megalìnomen.
Magnifica, anima mia, colei che è più venerabile e gloriosa delle superne schiere. Vedo un mistero strano e portentoso: cielo, la grotta, trono di cherubini, la Vergine, e la greppia, spazio in cui è posto a giacere colui che nulla può contenere, il Cristo Dio, che noi celebriamo e magnifichiamo.
 
Al posto di “Ii to ònoma…” si canta:

Christòs ghennàte dhoxàsate; Christòs ex uranòn, apandìsate; Christòs epì ghis, ipsòthite. Àsate to Kirìo, pàsa i ghi, ke en effrosìni animnìsate, laì, oti dhedhòxaste.
Cristo nasce, rendete gloria; Cristo scende dai cieli, andategli incontro; Cristo è sulla terra, elevatevi. Cantate al Signore da tutta la terra, e con letizia celebratelo, o popoli, perché si è glorificato.

12a SETTIMANA DI SAN LUCA

3 – L – S. Sofonia profeta
2Tes. 2,20-26     Lc. 20,27-44

4 – M – S. Barbara megalomartire – S. Giovanni Damasceno
Gal. 3,23-4,5     Mc. 5,24-34

5 – M – S. Saba il santificato
Gal. 5,22-6,2     Mt. 11,27-30

6 – G – S. NICOLA IL TAUMATURGO, ARCIVESCOVO DI MIRA DI LICIA E PROTETTORE DI PALAZZO ADRIANO
Eb. 13,17-21     Lc. 6,17-23

7 – V – S. Ambrogio, vescovo di Milano
 2Tes. 2,13-3,5     Lc. 6,17-23

8 – S – S. Patapio
Ef. 1,16-23     Lc. 13,19-29

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